Essendo il deviatore un componente degli impianti elettrici, deve avere delle determinate caratteristiche che lo rendano idoneo all’utilizzo. Innanzitutto vi è il potere di deviazione, vale a dire la corrente massima che il dispositivo è in grado di deviare. Un deviatore domestico, quindi dovrà per forza essere diverso da uno industriale, dato che le potenze elettriche in uso sono nettamente differenti. Il secondo aspetto da considerare è la temperatura di lavoro, ovvero le temperature minima e massima entro le quali il deviatore può trovarsi senza che il suo funzionamento sia compromesso. Molto importante è poi la rigidità dielettrica, la massima tensione a cui possono essere soggetti i cavi presenti nel deviatore, senza che si generino scariche elettriche. Basilare per chi deve intervenire su questo componente, invece, è il grado di protezione IP. Questo dato indica il livello di protezione nel caso in cui un deviatore attivo venga a contatto col corpo umano o con l’acqua.
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Le caratteristiche però non finiscono qui. Nel deviatore deve essere precisata la tensione nominale, ovvero la massima tensione sopportabile tra i contatti interni ad esso. Essa si basa soprattutto sul grado di isolamento del componente rispetto all’ambiente esterno. I rapporti tra i vari contatti interni al deviatore sono anche regolati dalla resistenza di contatto e dalla resistenza di isolamento. La prima determina la massima resistenza tra i contatti chiusi, mentre la seconda è inerente alla minima resistenza tra i contatti aperti. Considerando poi che i contatti di scambio all’interno di un deviatore sono rifiniti in oro (conosciuto come buon conduttore di elettricità), è necessario anche parlare di corrente massima nominale e corrente minima commutabile. La prima voce indicherà la massima intensità di corrente elettrica che un deviatore è in grado di sopportare. La seconda dicitura, invece, indicherà la quantità minima di energia di cui un deviatore ha bisogno per eseguire l’operazione di deviazione.
Un deviatore può essere considerato sia un elemento provvisorio che definitivo di un impianto. Nel primo caso il componente andrà rimosso dopo il necessario intervento all’impianto elettrico. Nel secondo scenario, invece, il cavo in cui viene deviata la corrente diventerà di uso effettivo, rendendo per sempre necessaria la presenza del deviatore. Il suo collegamento è più facile a farsi che a dirsi. Innanzitutto saranno necessari due deviatori che lavorino in concomitanza. Ognuno di essi sarà dotato, sul retro, di tre entrate. Nella prima entrata bisognerà far passare il filo di fase (di solito di colore nero). Nella seconda entrata si collegherà il cavo rosso e lo si farà arrivare alla seconda entrata del deviatore numero due. Nella terza entrata, invece, si attaccherà il filo grigio e lo si farà arrivare alla prima entrata del secondo deviatore. Rimarrà così vuota la terza entrata del deviatore numero due: da lì partirà un classico filo bianco che terminerà all’estremità di una lampadina.
Esistono però altri due tipi particolari di deviatori. Essi sono il deviatore a chiave e quello con dimmer. Il deviatore a chiave funziona proprio per mezzo di una chiave inserita in una sorta di serratura. Azionando quindi la chiave, si potrà attivare il deviatore. Il deviatore con dimmer, invece, è identico ad un normale deviatore, con l’unica differenza di incorporare anche un varialuce. Avrà quindi un doppio funzionamento: convertitore ed interruttore nello stesso tempo, ovviamente con la possibilità di agire su fili differenti. Infine esistono dei deviatori particolari, senza però un nome proprio, che hanno la possibilità di essere illuminati per mezzo di una spia. Tale spia, appunto, sarà accesa quando il deviatore è in funzione e spenta quando non ci sono deviazioni in corso. La spia andrà alimentata con due fili: il fase ed il neutro. Potrà poi essere utilizzata solo su deviatori che alimentano lampade a basso consumo.
Un deviatore, di qualsiasi marca lo si acquisti, ha un costo davvero esiguo. Stiamo parlando di circa 50/70 centesimi di euro. Il consiglio, quindi, è di non acquistarlo online, ma in un negozio di ferramenta o fai da te della propria zona. Il rischio, infatti, è quello di pagare più di spese di spedizione, che non di materiale acquistato. Alcuni tipi di deviatore, però, potrebbero avere un costo maggiore. Stiamo parlando ad esempio dei deviatori unipolari (circa 2,10 euro), di quelli retroilluminati (circa 2,67 euro), dei deviatori volanti (circa 3,70 euro), di quelli senza tasto (circa 4,95 euro) e di quelli con particolari colorazioni (circa 5,00 euro l’uno). Queste ultime varianti non rappresentano deviatori di diversa tipologia, ma solo elementi con funzioni aggiuntive (tipo appunto l’illuminazione retrostante). Dato infine il prezzo molto basso di un deviatore normale, sarà buona norma al momento dell’acquisto comprare due/tre pezzi in più da tenere come scorta in casa per qualsiasi evenienza.
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