Quadri elettrici

Conosciamo il quadro elettrico

Ogni impianto elettrico realizzato a norma di legge è dotato di un quadro elettrico. Seguendo ipoteticamente il circuito dell’impianto, il quadro si trova dopo il contatore elettrico. Il quadro ha l’importantissima funzione di alimentare le utenze che vi sono collegate. Ma non solo: in caso di guasti o di lavori alla rete, il quadro permette di scollegare elettricamente l’utenza danneggiata, mantenendo comunque le altre in funzione. I quadri esistenti attualmente possono essere di vario tipo, ma hanno comunque tutti la stessa identica funzione. Essi hanno subìto molte modifiche nel corso degli anni, fino ad arrivare ai quadri elettrici civili odierni, conosciuti da molti con il termine di salvavita. In ogni quadro, infatti, sono presenti vari interruttori (solitamente tre). Un interruttore comanda i circuiti luce, uno le prese elettriche e l’ultimo, contrassegnato con la lettera "T", viene chiamato salvavita e dà il nome ai quadri moderni. Questo tasto si spegne automaticamente in caso di sbalzi di elettricità, togliendo la corrente in tutta l’abitazione e proprio per questo, molto spesso, salva la vita alle persone che vi abitano.
Quadro elettrico di un’abitazione

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Quadro elettrico civile

Quadro elettrico di un’abitazione Come anticipato, anche se hanno tutti la stessa funzione, esistono diversi tipi di quadri elettrici. I primi sono quelli civili, ovvero quelli che vengono installati in tutte le unità abitative. Ovviamente anche in essi gli interruttori salvavita hanno il compito di garantire la sicurezza nell’ambiente domestico, ma tale tipo di quadro fa fronte anche ad altre evenienze. Prima fra tutte la possibilità che qualche fulmine cada sull’abitazione. In questo caso il quadro è dotato di un modulo salvafulmini che preserva l’impianto generale da eventuali danni. Un’altra eventualità in cui il quadro elettrico entra funzione si ha quando si supera la potenza elettrica massima consentita. Sempre per evitare situazioni di pericolo, il quadro blocca l’energia e continuerà a farlo fino a quando la potenza non verrà diminuita (ad esempio spegnendo qualche elettrodomestico). I quadri elettrici domestici, infine, sono dotati di finiture discrete ed eleganti in grado di abbinarsi con qualsiasi arredamento.

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Il quadro elettrico industriale

Quadro elettrico industriale Il secondo tipo di quadro elettrico è quello industriale, ovvero quello utilizzato nei cantieri, nelle fabbriche e nei capannoni. Ha dimensioni nettamente maggiori rispetto ai quadri civili, dato che gli interruttori presenti sono in numero elevato. Un quadro industriale, infatti, deve dirigere numerose utenze. Basti pensare a quante luci o macchine possono essere presenti in una fabbrica: sarebbe impensabile collegare tutto ad un’unica utenza, pena l’arresto completo della produzione in caso di danni all’impianto elettrico. Ovviamente anche la potenza elettrica che questo quadro deve gestire è di gran lunga superiore rispetto ad una casa, per cui, a volte, i quadri industriali sono alimentati da un’apposita cabina elettrica dotata di un trasformatore che eroga l’energia necessaria (intorno ai 400 V). Infine, in questo tipo di quadri la parte estetica non viene assolutamente presa in esame, dato che comunque saranno collocati in ambienti di lavoro.


Quadro elettrico da interno e da esterno

Quadro elettrico da esterno Sia che il quadro elettrico sia civile che industriale, esso si diversifica in base alla collocazione dello stesso. Si possono infatti avere quadri da interno o da esterno, con caratteristiche diverse. La differenza maggiore viene denominata I.P., acronimo di International Protection. Questo valore identifica un determinato grado di sicurezza e protezione del quadro elettrico. Un quadro da interno avrà un I.P. basso, mentre uno da esterno, essendo sottoposto alle intemperie, dovrà avere un I.P. alto per garantire una certa durevolezza nel tempo. Ma non solo: un quadro civile avrà un I.P. basso, mentre uno industriale, dotato di pannelli protettivi su tutti i lati, si classificherà con un I.P. alto. Il quadro domestico, infatti, ha una semplice mascherina protettiva antistante, che poco farà in caso di urti. Vi è anche da dire, però, che raramente un quadro civile è esposto a percussioni, per cui si evince l’inutilità di applicare grosse protezioni.


Quadri elettrici da incasso o da parete

L’ultima diversificazione si ha tra i quadri elettrici da incasso e quelli da parete. La differenza è abbastanza intuibile. I quadri da incasso prevedono che durante la realizzazione di un impianto elettrico venga ricavata una nicchia in un muro portante della casa, in cui verrà successivamente installato il quadro. L’unica parte esterna al muro sarà quindi la mascherina protettiva, che comunque non sarà per nulla ingombrante. I quadri da parete, invece, vengono fissati alla parete stessa con dei tasselli, per cui non sarà necessario progettare alcuna nicchia. In fase di costruzione di una casa, la scelta del quadro da usare dovrà essere fatta fin dalla primissima progettazione, proprio ber stabilirne l’alloggiamento. Molto più rari, invece, sono i quadri da pavimento. Si tratta di quadri industriali di grandissime dimensioni, il cui peso eccessivo non permette di sistemarli in posizione verticale. L’unica soluzione, appunto, sarà quella di adagiarli al pavimento e fissarli per evitare spostamenti.


I quadri elettrici e la legge

Anche per i quadri elettrici esistono delle normative di legge che ne stabiliscono le caratteristiche soprattutto in termini di sicurezza. La norma principale che li regola prende il nome di CEI EN 61439. Essa stabilisce le prestazioni generali per tutti i tipi di quadri progettati. Definisce poi i requisiti di sezionamento degli stessi, ovvero determina da quali parti debbano essere composti. Stabilisce poi i valori minimi di sicurezza che un quadro deve avere ed aggiunge requisiti generali supplementari per i quadri elettrici navali, ferroviari e per uso in atmosfere esplosive. La normativa ha tuttavia valore solo in territorio italiano. Qualora un quadro di fabbricazione italiana dovesse essere esportato all’estero, dovrà essere uniformato ai criteri di sicurezza europei, altrimenti non potrà essere mai impiegato. La successiva marcatura CE, quindi, ne garantirà la libera circolazione in tutta l’Unione Europea.



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