Nel continuo tentativo di ottimizzare le proprie abitazioni, l'uomo ha riservato nel corso della storia un'attenzione particolare verso la costruzione della propria dimora, non solo in merito alla scelta dei materiali (argilla, legno, ecc.) e della struttura, ma anche riguardo il luogo per l'edificazione e la posizione nei confronti del sole e del vento. Con l'avvento del progresso tecnologico, unito allo sfruttamento intenso dei combustibili fossili, l'ambizioso obiettivo di potenziare al massimo le capacità produttive fece temporaneamente perdere di vista la questione del rapporto tra uomo e natura. Quest'ultimo tornò però alla ribalta negli anni settanta, quando nacquero le idee ecologiste derivanti dalle preoccupazioni legate all'inquinamento e all'eccessivo sfruttamento delle risorse messe a disposizione dalla natura.
Anche se nuove tecnologie vengono costantemente messe a punto per la creazione di strutture più verdi, l'obiettivo comune dell'edilizia sostenibile è di ridurre l'impatto complessivo delle costruzioni sull'ambiente e sulla salute dell'uomo attraverso: - l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili (pannelli fotovoltaici, solare termico, biocombustibili, impianti eolici); - lo sfruttamento efficiente delle risorse, al fine di ridurre gli sprechi e il degrado ambientale; - l'utilizzo morigerato delle fonti energetiche non rinnovabili, soprattutto di quelle che rilasciano nell'ambiente ingenti quantità di biossido di carbonio; - la scelta del sito per l'edificazione in base all'esposizione solare e al vento; - l'isolamento termico delle pareti al fine di ridurre il fabbisogno energetico; - l'uso di materiali disponibili localmente, sulla base della filiera corta.
In uno scenario critico, sia per quanto riguarda l'edilizia civile che quella pubblica, dovuto alla crisi ma anche all'edificazione selvaggia, l'edilizia sostenibile va nella direzione opposta, ma le sue potenzialità sono sfruttate solo parzialmente. Quello che manca in Italia, rispetto al resto d'Europa, è una strategia organica che comprenda tutte le politiche del green building, dal risparmio energetico al recupero dell'edilizia esistente. Inoltre la normativa italiana in materia di architettura sostenibile è regionale, priva perciò di una strategia nazionale, stabile e duratura, per quanto riguarda gli incentivi e le certificazioni. Una normativa incerta e debole, dunque, quella italiana, frutto di politiche sbagliate, come l'aver tagliato gli incentivi alle fonti alternative, impedendo di riorientare il processo di riqualificazione energetica degli edifici su scala nazionale.
COMMENTI SULL' ARTICOLO