Le case attive sono concepite innanzitutto per avere un minor impatto sull'ambiente e quindi secondo i concetti di sostenibilità, compatibilità e benessere propri della bioarchitettura. In questo senso, le case attive sono state ideate secondo principi di progettazione sostenibile e di bioedilizia. Gli impianti avranno quindi un'elevata efficienza e i materiali da costruzione utilizzati saranno naturali e biodegradabili. L'isolamento termico, la raccolta e la distribuzione di energia termica, un sistema di ventilazione e dispositivi per il risparmio idrico permetteranno di ottimizzare le risorse energetiche per il consumo dell'abitazione. A differenza delle case passive, la casa attiva è progettata in modo tale da poter far fronte non solo alle esigenze di calore, ma anche al funzionamento di tutti i dispositivi.
Come per le case passive, la realizzazione delle case attive prevede che esse abbiano dei requisiti tali da poter ottenere un considerevole vantaggio energetico, il quale, oltre a consentire un risparmio economico, contribuisca al rispetto per l'ambiente. Importanti in questo senso, oltre agli impianti d'accumulo di energia solare, sono l'orientamento dell'edificio e l'isolamento termico. Rispetto alle case passive, le case attive hanno come obiettivo non soltanto quello dell'autoconsumo, ma anche quello di produrre energia a loro volta. Ciò è possibile grazie a particolari accorgimenti in fase di progettazione e di realizzazione, quali ad esempio rivestimenti e isolamenti di fondazione, l'utilizzo di vetrate più ampie, finestre a triplo vetro, l'installazione di pompe di calore e di celle solari.
La costruzione della prima casa attiva, dotata di un computer per il monitoraggio del clima interno e di apparecchi domotici, è stata seguita da Rikke Lildholdt a Lystrup, un piccolo sobborgo danese.Il costo di questo primo edificio è stato di 570.000 euro, ma stando alle previsioni in futuro potrebbe compararsi a quello di un'abitazione standard.Per quanto riguarda l'Italia, a tutt'oggi abbiamo diversi esempi di case attive, sia per edifici di nuova costruzione, sia con il recupero di edifici giù esistenti.La realizzazione di case attive potrebbe risultare un valido modello per mettere in pratica la Direttiva europea del 2010, con la quale si richiede che gli edifici pubblici costruiti dal dicembre 2018 e quelli privati costruiti dal dicembre 2020 abbiano consumi energetici prossimi allo zero.
COMMENTI SULL' ARTICOLO