Ponti termici

I ponti termici: quali sono le loro caratteristiche principali

I ponti termici sono zone di un determinato involucro edilizio che rappresentano, rispetto agli altri elementi costruttivi adiacenti, una maggiore densità di flusso termico. La loro distinzione è sostanzialmente basata sulla causa che li ha provocati e sulla loro tipologia, come vedremo in seguito. Si manifestano in corrispondenza dei punti critici di un edificio, ovvero nelle vie privilegiate per la trasmissione del calore, in presenza di differenti materiali e tecniche costruttive. Il fenomeno avviene in quanto, in queste zone, vi è una trasmittanza maggiore rispetto alle altre strutture dell’edificio; per trasmittanza si intende la quantità di calore che riesce ad attraversare un determinato materiale in un intervallo di tempo. Le strutture più intaccate dai ponti termici sono quelle in acciaio con elementi prefabbricati in altri materiali (ad esempio il cristallo) o in cemento armato con elementi di tamponatura in mattoni.
Ponti termici evidenziati

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La classificazione dei ponti termici per causa e tipologia

Termografia per ponti termici Le distinzioni principali dei ponti termici vengono effettuate secondo le cause e la tipologia del fenomeno. Per quanto riguarda le cause, troviamo la disomogeneità geometrica e del materiale. In corrispondenza della disomogeneità geometrica, la superficie disperdente aumenta e le superfici isoterme si incurvano, in quanto perpendicolari al flusso termico; inoltre varia lo spessore della costruzione. La disomogeneità materica invece si verifica nel punto in cui materiali con diversa conduttività termica compenetrano parzialmente o totalmente. Per la tipologia dei ponti termici, troviamo ponti lineari e puntuali. I primi sono generalmente a sviluppo verticale, quindi travi, cordoli, pilastri e distanziatori nelle vetrate. I secondi invece riguardano chiodi a cappotto termico, travi a sbalzo ed attacchi di sovrastrutture esterne.

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Gli effetti che i ponti termici hanno sugli edifici

Muffa per ponti termici I ponti termici sono fenomeni che non vanno assolutamente sottovalutati, in quanto hanno un impatto negativo su aspetti di vario genere. Innanzitutto, causano conseguenze strutturali sgradite: la variazione della temperatura nelle strutture determina la formazione di tensioni superficiali e di condense, causa principale delle muffe sui muri e della condensazione di vapore negli interstizi. Ciò provoca prestazioni ridotte e una diminuzione della durabilità dei materiali. Inoltre, in presenza di ponti termici, si è potuto verificare un aumento del 20-30% del consumo energetico totale, dovuto soprattutto alle perdite di trasmissione. Gli aspetti sanitari non vanno tralasciati: le muffe che si formano sui muri sono veicolo di batteri e germi. Per finire, vi è una riduzione del comfort termico, a causa delle superfici circostanti che presentano una disomogeneità termica rispetto all’aria.


Ponti termici: Come eliminare i ponti termici efficacemente

Schema di isolamento a cappotto Il metodo più semplice per l’eliminazione dei ponti termici è l’utilizzo dei termoblocchi, ovvero materiali isolanti. Si dovrebbe realizzare una protezione con termoblocchi fin dalla fase di completamento dell’involucro edilizio, dopo aver realizzato la struttura in cemento. Il termoblocco può essere sagomato, per coprire un’area con bassa trasmittanza, dando più stabilità agli elementi isolanti. Tra gli isolanti usati più di frequente, vi è il polistirene espanso, ottimo per le sue caratteristiche di densità, che coprono tutte le esigenze di isolamento termico. In caso ciò non sia stato possibile fin dall’inizio, si può agire realizzando degli isolamenti a cappotto non solo sugli elementi in cemento, ma anche sulle pareti di tutto l’edificio: questa è la soluzione ottimale per ponti termici in prossimità di pilastri e travi in cemento armato.



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