Sia in giardino, che in terrazzo o sul balcone, una pianta di lavanda può crescere con poche cure, regalando benefici estetici dovuti alla sua bellezza, e pratici, per le proprietà dei suoi fiori e del suo profumo. L'arbusto di lavanda predilige i terreni aridi e sassosi, meglio se calcarei. Il drenaggio, come per molte piante, è importante e deve essere efficiente, per evitare ristagni che farebbero soffrire la pianta. Le posizioni soleggiate sono le migliori e permettono splendide fioriture. I fiori, nel tipico colore violaceo, sono riuniti in spighe e compaiono in estate. Le principali e più conosciute varietà sono la lavanda Officinalis, detta anche 'vera', la lavanda Angustifolia e la lavanda Latifolia, ma ne esistono altre specie, più o meno profumate e resistenti al freddo. L'altezza degli arbusti varia dai 30 ai 90 centimetri; nei giardini sono utilizzati per delimitare i percorsi o per creare aiuole. Da citare i 'lavandini', ovvero gli ibridi di lavanda molto apprezzati per le spighe floreali più grandi e per la maggiore produzione di oli essenziali.
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La coltivazione della lavanda non è molto impegnativa. Alcune varietà, come la Angustifolia, resistono bene anche a temperature piuttosto rigide; l'accortezza maggiore si deve avere con le annaffiature, che non devono essere troppo abbondanti. Le piante di lavanda non amano l'umidità, quindi il buon drenaggio è fondamentale. Anche la concimazione non è problematica; l'arbusto gradisce un apporto di nutrienti all'inizio della primavera che le permetterà una buona fioritura per tutta la stagione. Per quanto riguarda la potatura, la pianta di lavanda va cimata dopo la fioritura per eliminare gli steli sfioriti; se poco folta o debilitata, può essere potata più drasticamente in modo da rinvigorirla. Le spighe dei fiori vengono raccolte quando non sono del tutto fiorite, per ricavarne mazzetti che, racchiusi in sacchetti o intrecciati con sapienza, serviranno a profumare armadi, ambienti e biancheria. Da notare che non tutte le varietà hanno lo stesso profumo: molto intenso è l'aroma dell'Angustifolia, più delicato quello della lavanda Dentata, meno preferito quello leggermente canforato della Latifolia.
Un accorgimento da praticare quando ci si dedica alla coltivazione della lavanda è quella di propagarla per avere nuove piante, giovani e vigorose. La moltiplicazione può avvenire da seme o da talea. Nel caso si scelga di seminare, si sceglierà l'autunno per le zone a clima mite e la primavera per le altre località. La moltiplicazione per semi è piuttosto lunga e complicata; in genere si preferisce prelevare delle talee dalla pianta madre, legnose e lunghe circa 10 - 15 centimetri. I rametti possono essere recuperati durante la potatura della pianta; essi vanno interrati in un composto di torba e sabbia. Il vaso va coperto con plastica trasparente e si procederà come di consueto, facendo arieggiare ogni giorno, fino alla radicazione, che porterà alla comparsa di nuove foglie. Tra le malattie che possono colpire la lavanda ci sono i marciumi radicali e basali causati da funghi; le piante diventano grigie e non crescono. Vanno curate con appositi prodotti e la disinfestazione del terreno. Macchie chiare sulle foglie sono dovute alla Septoria, un fungo dannoso, da combattere diminuendo l'umidità e con fungicidi.
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