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La Phytophthora infestans attacca foglie, steli, frutta e tuberi della pianta distruggendola in breve tempo. La riproduzione dell' oomicete parassita avviene tramite spore prodotte nei tessuti vegetali infetti ed è più rapida in condizioni di elevata umidità (60%-80% ). Le spore liberate si disperdono nell'aria e tramite il vento o la pioggia raggiungono i tessuti sani di altri organismi infettandoli. Ogni spora è la copia esatta dell'organismo che l'ha generato, poiché la riproduzione è asessuata, e ciascun nuovo organismo può avviare una nuova lesione. La Phytophthora infestans richiede un ospite per sopravvivere e passare alla stagione successiva. Di solito vive nei tuberi infetti che possono stazionare nei depositi di stoccaggio nel suolo anche per più di una stagione e germinare in poche ore quando arrivano sul fogliame. I tuberi che vengono scartati in qualsiasi fase della produzione agricola e conosciuti come "abbattimento", se non distrutti, possono diffondere l'agente patogeno avviando le infezioni della stagione successiva. Le spore possono sopravvivere dislocate nel tubero anche oltre la stagione di raccolta e venire poi trasportate per diversi chilometri.
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Una volta che la spora si impianta sul fogliame le lesioni prodotte crescono rapidamente e man mano che il parassita si espande il tessuto diventa necrotico. In condizioni di umidità ideali per il suo sviluppo la Phitophtora infestans produce sporangi e sporangiofori sulla superfice del tessuto infetto. Questa sporificazione produce l'accumulo delle lesioni che portano in poco tempo alla morte del vegetale. Sia nella patata che nel pomodoro le lesioni prodotte sono simili, nella foglia giovane appaiono come piccole e irregolari, di colore grigio marrone con il bordo verde brillante. Le macchie poi, allargandosi diventano più regolari e circolari. Dal fogliame le spore possono essere delavate nel terreno e infettare i tuberi attraverso piccole fessure o le lenticelle, i tessuti infetti del tubero sono di colore marrone oppure ramati, rossastri o violacei. La sporulazione può avvenire anche nei tuberi messi a stoccaggio, che attaccati dalla peronospora possono subire varie infezioni batteriche con produzione di marciume e rammollimento.
Nella vite la Peronospera è causata da un oomicete chiamato Plasmopara viticola. Tutte le parti verdi della vite possono essere infettate e i sintomi sono visibili sulle foglie a 5 o 7 giorni dall'inizio dell'infezione. Le macchie sono gialle, circolari e hanno un aspetto oleoso e sono circondate da un alone giallo-brunastro. L'alone svanisce man mano che le macchie si ingrandiscono per lo sviluppo dell'oomicete. In condizioni di umidità favorevoli possono svilupparsi molte spore e coprire la maggior parte della superfice della foglia in pochissimo tempo. Dopo notti caldo-umide lo sviluppo della peronospora si evidenzia con la comparsa di ife bianche (la parte filamentosa dei funghi) sulla parte inferiore delle foglie. A fine estate e inizio autunno le foglie malate assumono l'aspetto di un arazzo cosparso di peluria bianca. I giovani grappoli infettati diventano invece marroni, appassiscono e muoiono rapidamente, mentre nei campi infettati si diffonde il tipico odore di muffa.
Le condizioni necessarie per la germinazione delle oospore che colpiscono la vite sono terreni umidi con temperature superiori ai 10° C. Una regola aggiuntiva empirica comprenderebbe anche 10 mm di pioggia in un periodo di 24 ore, e questo per soddisfare il requisito di umidità del suolo. Le zoospore disperse si incistano e germinano, poi penetrano attraverso gli stomi. La maggior parte delle infezioni si attivano al mattino, poiché dopo diverse ore di irradiazione solare le spore si inaridiscono e muoiono. La produzione di nuovi sporangi e sporangiofori richiede dal 95 al 100% di umidità relativa e almeno 4 ore di buio a temperature superiori ai 13° C. Una volta iniziato, il processo continuerà ininterrottamente a condizione che la temperatura superi gli 11 C°. Anche in questo caso, come per la patata e il pomodoro gli sporangi vengono dispersi attraverso l'aria e raggiungono nuovi siti da infettare a causa del vento e delle piogge.
Si potrebbero infine elencare i nomi dei diversi agenti patogeni che causano la peronospora in tante altre varietà vegetali: si distinguono al microscopio anche a seconda della forma assunta dalle spore che si dispongono a grappolo sulla foglia della pianta ospitante. La peronospora è stata a lungo la malattia delle piante più temuta dalle economie agricole. Molto probabilmente originò nel Messico e da qui fu importata in America da dove, nella prima metà dell''800, sbarcò in Europa. Qui a causa delle vessazioni imposte dai proprietari terrieri molte economie si basavano sulla coltivazione estensiva della patata che, quando veniva colpita, produceva cicli di carestie proprio per la capacità di passare alla stagione successiva. Nel 1840 l'infestazione che colpì l'Irlanda causò la morte di più di un milione di irlandesi e più del doppio furono costretti ad immigrare negli States. Oggi si sa come prevenire le infestazioni, distruggere le parti infette delle piante, utilizzare semi sani e varietà resistenti. Opportune tecniche colturali aiutano a mantenere sani i terreni e le potature migliorano la circolazione dell'aria, e quando è necessario si utilizzano i funghicidi.
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