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La coltivazione olivo in giardino prevede vari interventi di potatura. Inizialmente i tagli sono finalizzati al potenziamento del tronco a discapito dei getti laterali, i polloni che spuntano dal terreno intorno alla pianta. In concomitanza vi sono i tagli di correzione della chioma, per ottenere l'equilibrio dello sviluppo vegetativo, tra parti legnose e parti verdi. Dopo circa tre anni è indispensabile potare la pianta di olivo tenendo conto del comportamento delle ramificazioni e di come sulle loro infiorescenze avviene la fruttificazione. Partiamo col dire che difficilmente i rami di vecchi possono ancora fruttificare. Dunque potare la pianta di olivo in modo corretto significa potenziare i rami di un anno e tagliare i succhioni, ovvero i rami di più di due anni. I succhioni sono rami che si trovano lungo le branche o sul tronco, nelle posizioni medio alte della chioma. Questi tagli servono a potenziare sia i rami principali a inserzione conica che le ramificazioni giovani a inserzione cilindrica, sulle quali vi sarà una maggiore fioritura. Si dice che il buon andamento della fruttificazione viene segnalato da una leggera e costante pioggia di fiori alla base della pianta.
L'olivo si adatta bene ai terreni calcarei, dunque ha esigenze elevate di azoto, potassio e fosforo. Nella coltivazione olivo le concimazioni servono a reintegrare questi elementi minerali che vengono perduti a causa della raccolta delle olive, della potatura, della caduta delle foglie, ecc. I suoi fabbisogni nutritivi variano secondo l'età. In fase di crescita per concimare la pianta di olivo è necessaria la somministrazione di fertilizzanti soprattutto a base di azoto. Mentre durante la successiva concimazione di produzione è importante includere il fosforo e il potassio, a partire dalla fase di germogliamento, in modo da assicurare all'esemplare un'ampia disponibilità di nutrimento, per lo sviluppo dei rami e il potenziamento della fioritura. I concimi possono essere forniti mediante l'acqua di irrigazione oppure sparsi direttamente sul suolo. Per un corretto assorbimento delle sostanze nutritive da parte dell'apparato radicale è importante che vi sia la presenza di erba alla base della pianta o di una leggera pacciamatura, utile a ridurre l'azione di erosione della pioggia e lo scorrimento superficiale dell'acqua, favorendo l'assorbimento delle sostanze nutritive dal substrato.
Tra le malattie della pianta di olivo spicca la rogna, un cancro rameale detto tubercolosi dell'olivo. Il rimedio è asportare i rami malati e la successiva somministrazione di rame. Tuttavia la malattia può rispuntare, soprattutto se l'attività di potatura viene eseguita con arnesi infetti. Dunque è buona regola sterilizzare a fuoco forbici e seghetti. Nella coltivazione olivo una delle avversità più comuni è la presenza della cocciniglia seguita da fumaggine. La prima si nutre di linfa zuccherosa, la seconda della melata. Il rimedio è tagliare i rami attaccati, in soccorso dell'olivo arriveranno le coccinelle a mangiare i pochi parassiti rimasti. La tignola è un insetto piuttosto aggressivo che scava gallerie durante l'inverno, mentre in primavera mangia i fiori e il nocciolo dell'oliva. Questi attacchi tendono a svanire con la porte naturale dell'insetto alla terza generazione. L'attacco più temuto è quello della mosca olearia che causa la bacatura di tutto il raccolto. Il rimedio è l'impiego di una particolare carta moschicida imbevuta di un feromone che attira i maschi, di ammoniaca efficace su entrambi i sessi e di pirethroide che una volta rimasti appiccicati li fa morire.
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