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Esistono diversi tipi di resina da accompagnare al tassello chimico: resine in vinilestere, in poliestere o epossodiche, con diversi tipi di applicazione richiesti e dotate di specifiche resistenze. Le resine in vinilestere hanno un’ottima resistenza meccanica e tengono molto bene l’acqua, in quanto reggono all’idrolisi alcalina; ciò fa sì che questo tipo di resine sia perfetto per fissaggi nelle costruzioni e nell’edilizia, per le opere stradali e per connettere ferri d’armatura. Le resine in poliestere sono le più convenienti ma, a differenza di quelle in vinilestere, soffrono parecchio l’umidità, dunque vengono preferite per opere di termoidraulica o per un utilizzo artigianale, magari applicate sui mattoni forati. Infine, le resine epossodiche sono le resine più resistenti di tutte e, soprattutto, sono quelle che aderiscono meglio se applicate su fori, anche se hanno un tempo di indurimento molto più elevato, fino a dieci volte maggiore rispetto alle altre resine; la più elevata fluidità fa sì che le resine epossodiche si adattino ad essere sparate o iniettate in fori più lunghi, magari per le riprese dei getti o per le pratiche di inghisaggio.
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Come già parzialmente spiegato, il tassello chimico può essere applicato su diversi supporti: per l’utilizzo su superfici forate, serve un particolare tassello a rete, per evitare che la resina cada nella muratura; dopo aver forato la superficie, bisogna utilizzare la suddetta pistola con beccuccio miscelatore per sparare la resina proprio alla giusta profondità, avendo cura di mettere tanta miscela quanto basta a farla uscire leggermente dalle maglie del tassello a rete. Per applicare il tassello chimico su murature compatte è meglio utilizzare un utensile a rotopercussione; dopo aver eliminato la polvere dal foro effettuato bisogna assicurarsi che la barra da inserire sia ben pulita. Se si deve applicare il tassello chimico su una superficie umida o comunque bagnata, la reazione di indurimento potrebbe essere ritardata e potrebbe essere intaccata la tenuta del carico. In generale, è sempre consigliabile scartare il primo getto di resina finché il colore della miscela non è uniforme; per facilitare l’erogazione della resina, conviene mantenerla ad una temperatura tra i 15 e i 25 gradi.
È possibile calcolare esattamente la resistenza meccanica del tassello chimico in base alla superficie su cui è stato fissato: bisogna considerare la possibilità di rottura della bara d’acciaio, la rottura della muratura e lo sfilamento della barra; tutto ciò dipende molto dalla profondità a cui viene fissata la barra, comunque in genere si possono consultare schede tecniche basate su attente prove sperimentali. L’accostamento del tassello chimico ad una superficie in calcestruzzo è indubbiamente la scelta migliore, in quanto è possibile variare la profondità a cui si ancora la barra e, soprattutto, si riesce ad ancorare anche vicino ai bordi della muratura. Se ci si trova in una zona sismica, si deve tenere presente la maggiore vulnerabilità della costruzione; inoltre, in questa situazione, la stabilità della struttura è molto influenzata dai sistemi di ancoraggio, dunque è stato redatto un apposito sistema di norme tecniche da rispettare scrupolosamente in questa situazione. Recentemente l’Unione Europea ha approvato un piano di classificazione per l’uso dei sistemi di fissaggio, l’ETAG, in cui è spiegato nel dettaglio come e cosa valutare nella scelta dei tasselli chimici.
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