Pareti giapponesi
Le pareti giapponesi possono essere fisse e mobili. Le mobili scorrono su binari montati al soffitto e quelle di dimensioni maggiori scorrono su binari inferiori e superiori e fungono da porte tra una stanza e l'altra, invece quelle fisse sono veri e propri divisori per ambienti a pianta aperta. Le pareti giapponesi sono completamente personalizzabili, sono realizzate con telai di legno che possono essere in legno di faggio, bamboo o toulipier, il rivestimento può essere realizzato in tessuto di cotone antimacchia, in carta di riso, plexiglas, policarbonato o canapa. I pannelli possono essere anche decorati, con motivi che richiamano i paesaggi orientali, per renderli ancora più raffinati, ma anche con fiori o foto stampate sul tessuto. Le pareti giapponesi permettono quindi una libertà di movimento, sono funzionali e versatili ed hanno una purezza e un'essenzialità delle forme che li rende perfetti nell'arredamento contemporaneo e minimalista.
Le pareti giapponesi sono denominate Shoji e Fusuma e sono realizzate in due tipi di carta, Oumi, carta e tessuto sintetico molto resistente e Yawaragi, carta pura. I Shoji sono delle pareti, fisse e mobili, realizzate in carta traslucida, molto adatte a far passare la luce e creare effetti particolari ed ornamentali. Esse hanno il telaio con la caratteristica struttura con i riquadri in legno. I Fusuma, invece, sono dei pannelli scorrevoli che occupano in larghezza una parete intera, scorrono uno sull'altro, sono sempre realizzati con i telai in legno e con rivestimenti in carta pesante o stoffa e, a differenza degli Shoji, non fanno passare la luce, ma servono da divisori e spesso sono finemente decorati con paesaggi naturali. Tutti e due questi tipi di pannelli servono da divisori, per far circolare d'estate l'aria calda ed erano realizzati con strutture leggere per ridurre durante i terremoti, frequenti in Giappone, il danno dei crolli.
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