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Anche se non conoscevate l’esistenza di vari tipi di nastro isolante, sicuramente qualche volta vi sarà capitato di notarlo non solamente nero, bensì anche colorato. Potreste non esservi soffermati a pensare a questa caratteristica, ma in effetti quella cromatica è la prima distinzione che viene fatta tra i vari nastri isolanti presenti in commercio. Quello nero, appunto, è il nastro che comunemente utilizzano tutti gli elettricisti per effettuare le riparazioni nelle abitazioni, quindi per isolare al meglio i cavi. In alcuni raccordi elettrici, però, è sovente vedere accostati nastri isolanti di vari colori. Questo sistema permette di identificare tra loro i vari fili elettrici presenti, distinguendoli in base all’entità della tensione che trasportano. Comunemente i nastri giallo e verde vengono impiegati per segnalare il filo di terra. Vi è poi il nastro marrone che identifica la fase. Infine quello di colore blu permette di individuare il filo neutro. Questa distinzione è molto importante sia per gli elettricisti che per i lavori di fai da te perché permette di lavorare in tutta tranquillità all’impianto elettrico senza incorrere nel rischio di danneggiarlo irrimediabilmente.
Quando il nastro isolante deve essere impiegato da un professionista del settore, molto spesso deve rispettare dei parametri specifici a seconda del lavoro in cui verrà impiegato. Tali parametri costituiscono il secondo tipo di suddivisione dei nastri isolanti esistenti. Innanzitutto vi è la temperatura di esercizio. Con queste parole si vuole indicare la temperatura massima che un dato nastro isolante può sopportare prima che venga compromessa la sua funzionalità. Ovviamente un fai da te domestico non ricercherà questa caratteristica, ma un lavoro industriale probabilmente si. Da qui appunto la nascita di un nastro isolante all'uopo. Un secondo parametro è l’allungamento a rottura. Il termine è molto semplice: indica la capacità del nastro di allungarsi fino al punto di rottura. Questo si rivela necessario quando i cavi elettrici sono sottoposti a carichi di peso notevoli. Terza caratteristica è l’agglomerabilità, ovvero la possibilità del nastro di aderire su se stesso evitando futuri distacchi. Infine vi è la rigidità dielettrica, vale a dire il limite massimo di tensione a cui il nastro può essere sottoposto. Ogni caratteristica corrisponderà ad un nastro isolante apposito.
L’ultima distinzione esistente è quella in base al materiale di realizzazione. Il nastro isolante che comunemente conosciamo è realizzato in materiale vinilico o in PVC. Esso garantisce un buon isolamento dei cavi a bassa tensione, ha un indice di rottura sufficientemente alto ed ha la particolarità di non prendere fuoco a contatto con una fiamma. Per i lavori in cui i cavi elettrici sono sottoposti a temperature elevate (vale a dire intorno ai 170°C), si predilige un nastro isolante in fibra di vetro. Non pensiate che si tratti di cose distanti anni luce dalla vostra realtà. Questo tipo di nastro, infatti, è presente anche nel forno della cucina o nella stufa che usate per scaldarvi. Il terzo tipo di nastro viene chiamato in calza di rame, ed è realizzato proprio con quest’ultimo materiale. Ha la particolarità di essere molto flessibile, quindi di sopportare i carichi pesanti. Infine, anche se può sembrare strano, esiste un nastro isolante liquido realizzato con l’uretano (materiale liquido elastico altamente isolante). Quest’ultimo tipo di nastro viene impiegato su apparecchi elettronici, dato che è possibile applicarlo anche in punti molto piccoli e difficili da raggiungere.
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