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La produzione dell'attestato di qualificazione energetica si profila come obbligatoria in taluni casi, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 192/2005. Innanzitutto, ciò avviene in caso di nuova costruzione o di ristrutturazione completa di edifici aventi superficie maggiore di 1000 metri quadrati. L'obbligo, se ne sussistono i requisiti, scatta anche nei casi di ristrutturazione parziale, di manutenzione straordinaria, di nuovo impianto termico o di ristrutturazione di impianto termico esistente, ovvero di sostituzione del generatore di calore. L’attestazione di qualificazione energetica va presentata al Comune competente con la Dichiarazione di fine lavori, deve essere firmata dal Direttore dei lavori e contenere i dati relativi all'edificio e agli impianti così come realizzati. La mancanza del documento AQE rende inefficace la Dichiarazione di fine lavori.
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L'attestazione qualificazione energetica deve necessariamente contenere al suo interno vari elementi che assumono rilievo ai fini della complessiva prestazione energetica del manufatto. Oltre, quindi, ai dati identificativi dell'immobile, del proprietario, dei progettisti architettonici e degli impianti, del direttore dei lavori e del costruttore, vanno illustrate le caratteristiche dell'involucro edilizio, degli impianti e l'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale. Inoltre, vanno necessariamente indicati i possibili interventi per il miglioramento delle prestazioni energetiche, le relative valutazioni in termini costi-benefici, nonché gli eventuali passaggi di classe dopo gli interventi. Di rilievo, sempre ai fini della ottimizzazione energetica, è anche l'obbligo di includere nell'AQE la dichiarazione di rispondenza dell'immobile ai requisiti minimi di prestazione energetica.
L'attestazione qualificazione energetica si inquadra nella politica perseguita ormai da un decennio nel nostro paese e tesa al miglioramento della prestazioni degli edifici, sia pubblici che privati. Ciò al fine di perseguire la migliore efficienza energetica, in considerazione della scarsità di risorse disponibili, e favorire da un lato il risparmio energetico che ne può sicuramente scaturire e, dall'altro, il rispetto dell'esigenze ambientali. Non vi è dubbio, d'altro canto, che il miglioramento delle prestazioni in tema di energia degli edifici, unito all'utilizzo sempre maggiore delle fonti rinnovabili, produca l'effetto di ridurre i consumi energetici e, contemporaneamente, le nocive emissioni di biossido di carbonio nell'aria. Un miglioramento, insomma, della qualità di vita che non può che passare anche attraverso la razionalizzazione del consumo energetico in materia edilizia.
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