L'Unione Europea ha preso un'importante decisione, ossia quella di operare una graduale messa al bando delle lampadine a incandescenza per quanto riguarda la nuova produzione (non le scorte, dunque). Volendo essere precisi, a partire da settembre 2009 è stata vietata la produzione di lampadine da 100 W in su, nonché di quelle a bulbo smerigliato o opalino fino ad arrivare, nel 2012, all'abolizione delle lampadine a incandescenza di qualsiasi potenza. I motivi? Al di là degli elevati costi di utilizzo, a incentivare questa scelta è stata la necessità di abbassare i livelli di inquinamento atmosferico. Se, difatti, le lampadine a risparmio energetico hanno consentito un risparmio energetico dell'80%, pari a 20 euro annui sulle bollette di ogni contribuente, è stato anche calcolato un consumo ridotto del petrolio (156 milioni di barili di petrolio in meno ogni anno), l'equivalente di 38 milioni di tonnellate di CO2 non più immesse nell'atmosfera. In effetti, l'energia dispersa dalle lampadine a incandescenza finiva con l'aumentare a dismisura le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Eppure qualcosa sta cambiando e forse la vecchia lampadina avrà una seconda chance.
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Recentemente, alcuni studi condotti dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno dimostrato la possibilità di sviluppare una tecnologia in grado di recuperare parte dell'energia dissipata. Le lampadine a incandescenza, in tal modo, avrebbero la possibilità di tornare in commercio potenziate da una struttura cristallina integrata nel corpo sferoidale in vetro. Questa tecnologia, che prende il nome di recycling light, fa sì che l'energia dispersa in calore venga riflessa sul bulbo per essere poi ricondotta al filamento di tungsteno e riutilizzata come luce. Se la resa delle lampadine a risparmio energetico (LED e CLF) si aggira intorno al 15%, la nuova incandescente potrebbe arrivare al 40%, senza contare il nuovo impeccabile cromatismo. Infatti, l'indice di resa cromatica della nuova incandescente sarebbe del 100%, contro l'80% delle lampadine a basso consumo. Ciò significa che riusciremmo a vedere i colori in modo perfetto senza sprecare preziosa energia. Tuttavia non si tratta di una novità dall'imminente applicazione, giacché risulta ancora difficile trovare un equilibrio tra longevità, rendimento e costi della nuova incandescente.
Se questo "ritorno al futuro" dovesse diventare realtà, cosa dovremmo aspettarci? Di certo le lampadine incandescenti, con questa nuova incredibile caratteristica, farebbero una spietata concorrenza alle attuali lampadine a basso consumo. Se infatti le lampade a LED sono al momento le più efficienti per quanto riguarda il rapporto rendimento/consumi e non rappresentano un rischio per l'ecosistema, lo stesso non si può dire le CFL (ovvero le lampadine compatte fluorescenti). Queste ultime sono state oggetto di numerose polemiche suscitate dal loro alto potere inquinante. In effetti, contenendo al loro interno una certa dose di mercurio, necessitano di speciali procedure di smaltimento e vanno maneggiate con molta cura, dato che, se disperso nell'aria, il mercurio è altamente tossico e può creare gravi problemi alla salute. Le CFL, peraltro, impiegano alcuni minuti prima di raggiungere il massimo della potenza e irradiano una luce più fredda rispetto alle altre lampadine. Le care vecchie lampadine a incandescenza, se migliorate, sarebbero quindi accolte calorosamente dagli acquirenti, a patto che il loro costo non risulti gonfiato alle stelle. Non ci resta che attendere.
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