Tra i fabbricati non accatastati ve ne sono un gran numero che risultano costruiti abusivamente, e che in teoria rischiano di essere soggetti a demolizione. Per quelli invece sanabili è possibile procedere spontaneamente alla regolarizzazione. Sul sito ufficiale dell'Agenzia del Territorio è presente un motore di ricerca che consente di verificare se l'edificio di proprietà risulta tra quelli da regolarizzare. Sarà sufficiente inserire il Comune in cui è ubicato l'immobile, foglio e numero di particella catastale per una verifica rapida e sicura. In caso di responso negativo è consigliabile rivolgersi ad un geometra per regolarizzare la propria posizione. Dopo un sopralluogo il tecnico provvederà alla redazione del mappale, necessario per l'accatastamento. Potrebbe essere richiesta anche una scheda catastale che serve a determinare la destinazione d'uso dell'edificio. Occorre tener presente che, in caso di mancata dichiarazione, l'edificio perde ogni valore economico in quanto non cedibile o vendibile a terzi.
Anche se il fenomeno di edifici fantasma in Italia interessa ogni tipologia di immobile, quelli maggiormente colpiti sono i fabbricati ex rurali. Si tratta di costruzioni che originariamente in Catasto sono state registrate come tali, e quindi privi di rendita, ma che nel corso degli anni sono state oggetto di interventi che ne hanno modificato la destinazione. Le disposizioni legislative prevedono infatti che, entro trenta giorni dal momento in cui l'edificio ha subito lavori che ne hanno variato la destinazione d'uso, il proprietario debba presentare apposita dichiarazione al Catasto. Si tratta delle stesse regole che valgono per la realizzazione di nuovi edifici. In caso di mancata comunicazione saranno gli uffici provinciali ad attribuire al fabbricato una rendita presunta, con successivo accatastamento a spese del proprietario.
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