Un martinetto idraulico a singolo effetto funziona solo in una direzione e di solito in quella di estensione dello stelo. L'arrivo della pressione viene effettuato da una singola porta di alimentazione, che spinge il pistone in un senso. Il ritorno è determinato dall'azione di una molla o da una forza esterna, come in genere avviene nell'impiego in idraulica. Questa tecnologia si applica principalmente nei meccanismi di elevazione dei carichi. L'uso di martinetti a singolo effetto è anche molto comune nelle presse idrauliche. Essi consentono lo sviluppo di importanti forze. Vengono associati a cilindri con sezioni più ridotte, per raggiungere velocità maggiori di approccio o di richiamo. Delle valvole permettono il riempimento e lo svuotamento veloce dei cilindri e sono direttamente collegate al serbatoio spesso in carica.
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Un martinetto idraulico a doppio effetto è dotato di due direzioni di lavoro. Esso comprende due orifizi di alimentazione e la pressione viene applicata alternativamente per ciascun lato del pistone, provocando lo spostamento in un senso e poi nell'altro. Occorrerà verificare che il martinetto non sia soggetto agli effetti moltiplicatori delle pressione che potrebbero far scoppiare il gambo. Associato ad una servovalvola o a una valvola a controllo proporzionale, come pure a un sensore di posizione o a dei sensori di pressione, il martinetto diviene un servocilindro che, a seconda delle sue prestazioni, sarà dotato di guarnizioni a basso attrito o di cuscinetti idrodinamici o idrostatici. Questo attuatore è utilizzato in tutti i servomeccanismi. I martinetti sono spesso dotati di ammortizzatori di fine corsa che evitano gli urti del pistone.
Possiamo arricchire la conoscenza del martinetto idraulico accennando ad altre tipologie di cilindro. Il martinetto ad asta telescopica comprende diverse barre embricate l'una nelle altre, che permettono, allungandosi, di raggiungere oggetti relativamente lontani, sino a 10 metri. La pressione, generalmente prodotta dall'olio, spinge il grande pistone che, raggiunta la fine corsa, mette l'olio in comunicazione con il secondo cilindro attraverso una porta. Per il ritorno, il fluido segue lo stesso percorso. Altro tipo sono i rotanti, che si dividono in due categorie: quelli che convertono un movimento lineare in rotazione, in modo da creare una coppia e quelli che sono direttamente alimentati da un sistema rotativo. I primi sono costituiti da un corpo cilindrico costituito da due pistoni collegati da un albero cremagliera che ingrana con il pignone rotato dal movimento di questo asse. L'angolo di rotazione dell'albero di uscita varia a seconda della lunghezza della cremagliera. Nei secondi il pistone è fissato all'albero di uscita e può essere ruotato sino ai 270°
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