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Una betoniera è composta da varie parti. Innanzitutto vi è un contenitore, detto anche tamburo. Esso è il luogo in cui vengono versati i vari materiali da mescolare, per un totale di circa 300 litri di prodotto finito. All’interno del contenitore sono presenti anche due pale, che facilitano l’operazione di miscelazione. Data la natura ruvida dei materiali che vengono messi all’interno del tamburo, le pale da sole non sarebbero sufficienti per amalgamare il tutto. Proprio per questo ogni betoniera è dotata anche di un motore e di un sistema di rotazione del contenitore: il motore elettrico trifase permette al tamburo di girare, creando così la malta. La terza parte presente in ogni betoniera è una sorta di ruota posta lateralmente, che consente di ribaltare il contenitore, versando il calcestruzzo senza fatica. Infine tutti i modelli hanno anche un’incastellatura di supporto carrellata, utile in caso di eventuali spostamenti dell’attrezzo.
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Esiste in commercio anche un modello particolare di betoniera, ovvero l’autobetoniera. Le sue grandi dimensioni ne consentono l’uso solamente nei cantieri edili. Si tratta infatti di un’enorme betoniera rotante installata su un camion. In questo caso il tamburo è in grado di contenere 11 metri cubi di materiale finito. Solitamente l’autobetoniera è di proprietà dei magazzini edili, i quali preparano il calcestruzzo e lo vendono ai cantieri. Durante il trasporto del materiale il contenitore viene costantemente mantenuto in rotazione, in modo da evitare che la malta sedimenti. Una volta che il camion giunge nel cantiere, la rotazione viene aumentata di intensità per essere sicuri che tutti i materiali siano opportunamente amalgamati. Infine si aziona la rotazione in senso inverso, indispensabile per scaricare il calcestruzzo: quest’ultimo passerà attraverso un condotto mobile e potrà essere indirizzato nel luoghi in cui è indispensabile la gettata.
Il costo di una betoniera nuova può variare da un minimo di 120,00 euro ad un massimo di 1.200,00 euro. Le differenze di prezzo vanno imputate a diverse caratteristiche nei modelli. Le cose che variano sono sostanzialmente due: la potenza del motore e la capienza del contenitore. Come precedentemente accennato, infatti, una betoniera può contenere fino a 300 litri di prodotto finito, ma esistono ovviamente modelli con capacità ridotte per andare incontro alle esigenze domestiche. Per piccoli lavori di fai da te, appunto, sarà sufficiente una betoniera con un tamburo da 70 litri. Esistono poi modelli specifici per i lavori di cantiere, che arrivano fino ad un massimo di 7.800,00 euro. Essi sono solitamente dotati anche di ruote pneumatiche, gambe regolabili in altezza, serbatoio d’acqua con indicatore di livello, sistema di carico separato dell’acqua e degli inerti, e comandi idraulici dei vari movimenti.
Se ci si sta apprestando all’acquisto di una betoniera, viene da chiedersi se sia meglio acquistarne una nuova o se anche l’usato possa essere una valida alternativa. In effetti, a differenza di molti strumenti per il fai da te in cui l’acquisto di un prodotto nuovo è garanzia di una maggior durata nel tempo, per le betoniere si può tranquillamente valutare l’acquisto di un modello usato, anche se esclusivamente da un privato. Una betoniera che è stata acquistata per scopi domestici e piccoli lavori di fai da te, infatti, non sarà stata usata tantissimo. Per quanto una persona possa dilettarsi con i lavori di muratura, non sono poi molti gli ambiti in cui usare la malta in casa. Avrete quindi la certezza di comprare un attrezzo seminuovo ad un prezzo conveniente. Non acquistate però mai a scatola chiusa, quindi recatevi sempre dal venditore per controllare di persona la betoniera. In particolare assicuratevi che non ci sia ruggine sulla struttura, che il motore non faccia rumori strani e che i sistemi di ribaltamento e rotazione funzionino alla perfezione. Se queste caratteristiche sono soddisfatte, potrete concludere l’affare senza problemi.
Una corretta manutenzione della betoniera permetterà di conservare l’attrezzo in buono stato per un tempo davvero lunghissimo. Per quanto riguarda il tamburo, dopo ogni utilizzo sarà necessario svuotarlo dall’eventuale materiale rimasto e non usato. Fatto ciò, sarebbe bene lavare la parte interna con molta acqua corrente, magari aiutandosi con una gomma per innaffiare. In questo modo si elimineranno tutti i residui e si eviteranno incrostazioni. Su tutta la parte esterna, invece, l’utilizzo di un buon lubrificante proteggerà le superfici dalla corrosione e dalla ruggine. Il lubrificante andrà distribuito soprattutto sulla corona dentata del tamburo, sul sistema di rotazione e su quello di ribaltamento. Infine, trovandosi sempre in ambienti poco pratici ed a contatto con materiali ruvidi, il cavo di alimentazione alla corrente elettrica potrebbe facilmente danneggiarsi. In caso si noti che la guaina protettiva dei fili è rovinata, si dovrà procedere con una semplice sostituzione del cavo.
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