Per molto tempo i sempervivum sono stati considerati piante poco appariscenti e snobbati perché troppo semplici e poveri per essere decorativi. Tuttavia negli ultimi anni hanno conosciuto una certa popolarità grazie alla diffusione dei giardini rocciosi e per il fatto di non richiedere alcuna manutenzione e cura. Infatti si riproducono velocemente, si sviluppano bene anche se lasciati a se stessi e sopravvivono in luoghi dove quasi tutte le altre piante morirebbero. Inoltre i sempervivum producono fiori durevoli e dall'aspetto originale, che si adattano molto bene alle caratteristiche dei giardini rocciosi. Queste piante non sono grasse nel senso comune del termine: hanno un aspetto carnoso grazie al quale resistono perfettamente sia al caldo estremo che alle basse temperature. Infatti possono sopravvivere per mesi ricoperti dalla neve o a temperature sotto lo zero. Preferiscono le zone montane con estati calde.
Come tutte le piante grasse, i sempervivum necessitano di cure davvero basilari, tanto che in molti casi si sono visti esemplari svilupparsi e prosperare anche quando erano abbandonati a se stessi. Infatti sono piante molto rustiche e quindi la loro coltivazione è adatta anche per le persone che hanno poco tempo da dedicare al giardinaggio o che davvero non hanno il pollice verde. Non si tratta affatto di una scelta povera, anche se in passato queste specie sono state a lungo sottovalutate. In più non bisogna preoccuparsi di riporre i sempervivum in vaso al riparo o in un ambiente riscaldato durante l'inverno perché resistono molto bene al freddo. Anzi, molte specie sono originarie della fascia alpina. In questo modo possono essere coltivate all'aperto tutto l'anno. Tra l'altro le varie specie con aspetto simile ma che non resistono così efficacemente al freddo sono state classificate nel corso del tempo all'interno di altri generi.
I sempervivum si possono sviluppare tra le rocce, in quanto riescono a sfruttare le minime quantità di substrato che si annidano tra i sassi: per questo sono tra le piante più indicate per i giardini rocciosi. Una varietà, il sempervivum tectorum, riesce a crescere nel terriccio che si incastra nelle intersezioni tra le tegole del tetto senza alcuna cura da parte delle persone. Spesso forma ampie colonie sui tetti, da cui il suo nome. In genere gli esemplari messi a dimora in vaso, con una certa quantità di terriccio e cure sporadiche, sono più grandi, hanno rosette di maggiori dimensioni e molto carnose e producono più fiori, decisamente più colorati e spettacolari. In ogni caso i sempervivum necessitano di una buona esposizione al sole (al massimo in condizioni di mezz'ombra) e di poche sporadiche innaffiature. Anche se possono sopportare ristagni idrici senza marcire, concimazioni e innaffiature troppo abbondanti e/o regolari espongono le piante a malattie e parassiti.
I sempervivum sono formati da una corona di rosette triangolari, carnose, spesso con una spina all'estremità; in ogni caso sono sempre appuntite. Sono le foglie che presentano una vasta gamma di colori, andando dal rosso porpora al verde chiaro. Anche le loro dimensioni sono molto variabili e dipendono dalle specie e dal luogo in cui vive la pianta: vanno dai 2 ai 20 centimetri. Dato che ogni rosetta ne produce altre laterali man mano che trascorre il tempo, gli esemplari più vecchi possono coprire una notevole superficie. Allo stesso tempo le rosette più vecchie sviluppano ogni 2-3 anni un fusto fiorifero carnoso che può raggiungere anche i 20 centimetri: da qui sbocciano in estate fiori riuniti in pannocchie. I colori sono bianco, giallo, rosato e porpora. Il fusto è ricoperto da foglioline e, una volta terminata la fioritura, la rosetta in questione si dissecca e muore: il vuoto che crea è riempito in breve tempo da altre nuove, numerose piccole rosette.
Fino a qualche anno fa erano classificate come sempervivum piante succulente dall'aspetto simile, ma che tuttavia non ne condividevano la grande resistenza al freddo. Per questo motivo non possono essere tenute all'aperto tutto l'anno e i botanici hanno deciso di non farle più rientrare all'interno di questo genere botanico. Tra queste specie vi è l’echeveria, che può essere sia una pianta d'appartamento che una varietà rustica. Originaria del Messico, si caratterizza per avere un'unica, grande rosetta verde-blu. Invece le monanthes si distinguono dai sempervivum per non sopportare il gelo proprio perchè originarie di zone temperate o calde. La specie che più somiglia ai sempervivum è la jovibarba, tanto che spesso è difficile distinguerle. Infine le aeonium sono meno carnose e hanno corti fusti sui quali si sviluppano le rosette; originarie dell'Africa, hanno foglie allungate la cui forma ricorda quella di una spatola.
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