Sostanzialmente vi sono due principi fisici di funzionamento in base ai quali i radiatori elettrici riscaldano gli ambienti, ovvero il principio dell’irraggiamento e il principio della cessione di calore per convenzione. Il principio per convenzione nei radiatori elettrici è quel processo fisico che si attua quando il flusso elettrico attraversa delle resistenze, le quali riscaldandosi cedono calore all’ambiente e viene diffuso mediante apposite ventole. La cessione di calore per irraggiamento invece prevede l’urto di oggetti ad una determinata distanza dal calorifero mediante onde elettromagnetiche, le quali vengono prodotte dalle resistenze riscaldate tramite il passaggio di corrente elettrica. I due principi di funzionamento presentano dei pro e dei contro. Per quanto riguarda i radiatori a cessione di calore per convenzione, questi sono colpevoli dell’incremento di polvere, la quale grazie alle ventole viene diffusa nella camera. Grazie alle alte prestazioni e alla grande quantità di calore che questo tipo di radiatori possono offrire, sebbene funzionali tendono ad essiccare l’aria. Il principio per irraggiamento è conveniente in quanto riscalda a sufficienza con costi minori.
In commercio vi sono una vasta gamma di radiatori elettrici. Le tipologie ne sono tante ma in comune hanno delle condizioni d’uso e normative di sicurezza. Infatti qualsiasi tipo di radiatore prima di essere commercializzato viene testato in laboratorio al fine di garantire la sicurezza per l’utente. Ciò è d’obbligo per i costruttori, i quali sottostanno alla norma Uni En 442 ed inoltre è obbligatorio trascrivere i dati relativi a consumi e potenze dell’apparecchio sulla confezione. Sostanzialmente le tipologie di radiatori elettrici più diffuse sono i termoventilatori e i termoconvettori Per quanto riguarda i termoventilatori, questi sono apparecchi dotati di ventola e di resistenze il cui scopo è quello di diffondere calore in ambienti di piccole dimensioni. I termoconvettori, come i termoventilatori, possono essere installati mediante apposite dime di fissaggio al muro. L’efficienza di questi apparecchi è minore rispetto ai termoventilatori, i quali offrono la possibilità di essere posizionati anche nel bagno perché provvisti di sicurezze idrofughe. Inoltre vi sono altri tipi di radiatori come quelli ad olio, che assicurano un calore costante, e al quarzo per piccoli ambienti.
I radiatori elettrici sono caratterizzati da una grande efficienza quanto grandi sono, purtroppo, i consumi energetici. In genere quei modelli di radiatori elettrici dotati di sei elementi riscaldanti richiedono il consumo di circa 1.2 chilowatt orari, mentre un modello dotato di dieci elementi ne richiede addirittura due. Oltre alla portata ponderale di corrente elettrica, i radiatori elettrici vantano la caratteristica di assorbire non poco in termini elettrotecnici. Volendo ipotizzare l’impiego di un radiatore di 2.5 kW di potenza in un appartamento dotato di un generico contatore da 3 kW, ciò vuol dire privarsi dell’utilizzo di una lavastoviglie, poiché l’energia richiesta non sarà sufficientemente erogata dal contatore. In definitiva si consiglia di valutare l’acquisto di un radiatore elettrico, o meglio di cercare di prestare attenzione a piccoli gesti che diminuiscono i consumi. Si consiglia di attivare il radiatore a due resistenze, poi spegnerne una per consentire un calore costante. Impostare il timer per evitare che il radiatore rimanga acceso quando si è via. Settare la temperatura non troppo alta. Se si seguono tali consigli si può risparmiare fino al 30% di energia.
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