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Il fulcro dell'impianto è la centrale che produce energia e calore che, come abbiamo visto, può essere alimentata da diversi tipi di combustibile. Il calore generato scalda il liquido termovettore, generalmente acqua ma non solo, che viene distribuito alle utenze finali attraverso le condutture.Ma ciò non avviene direttamente, infatti dalla rete di condutture primaria (che parte dalla centrale) il calore passa all'acqua presente nella rete secondaria, attraverso apposite sottocentrali installate sotto gli edifici. Queste centrali più piccole sono scambiatori di calore, che gestiscono il passaggio di calore tra il fluido termovettore, proveniente dalla centrale, e gli ambienti da riscaldare.A scambio avvenuto, il fluido perde il calore e torna verso l'impianto principale, dove viene di nuovo scaldato e dove ricomincia il percorso nelle condutture primarie.
Le centrali di teleriscaldamento sono impianti di cogenerazione, ossia producono in maniera combinata sia calore che energia elettrica. Di conseguenza, utilizzano una grossa parte dell’energia contenuta nel combustibile, decisamente superiore a quella usata nelle produzioni separate.I vantaggi principali di questa tecnologia consistono nel risparmio di energia di origine fossile, dal momento che vengono utilizzate prevalentemente fonti alternative, e nel minor impatto inquinante. Due aspetti da non sottovalutare: il primo ha una sua giustificazione economica, il secondo è più legato alla salubrità dell'ambiente. Basti pensare che l'aumento dei gas ad effetto serra è in gran parte causato dall'immissione nell'atmosfera dei residui della lavorazione dei combustibili fossili.Fonte: swindonadvertiser.co.uk
Abbiamo visto quali sono i vantaggi per la comunità che si serve del teleriscaldamento, ma per l'utente finale a livello economico e pratico cambia qualcosa?Ovviamente sì: la scelta del combustibile da utilizzare per produrre energia viene fatta in base ai prezzi di mercato, quindi viene scelto quello più economico in quel momento. Inoltre, i costi di gestione dell'impianto sono sensibilmente inferiori. Come conseguenza il costo finale del calore prodotto da teleriscaldamento è più basso rispetto a quello di qualunque altro tipo oggi disponibile sul mercato.Ma i vantaggi non sono solo di natura economica, infatti l’assenza di combustibili e di fiamme nei locali annessi agli edifici rende il teleriscaldamento un sistema decisamente più sicuro e a bassissimo rischio di scoppi ed incendi.
Il teleriscaldamento ha fatto la sua comparsa nel nostro paese più di quarant'anni fa, quando Brescia fu la prima città a dotarsi di un impianto (1971).
Gli ultimi dati disponibili ci informano che è diffuso in 109 città italiane mentre il volume di edifici allacciato è di circa 280 milioni di metri cubi. I combustibili più utilizzati risultano essere il gas naturale, i rifiuti e le biomasse. Riguardo alla capacità produttiva, le reti distribuiscono un totale di 9,5 TWh (terawattora) di calore, 8 TWh dei quali vengono ceduti alle utenze per riscaldamento e acqua sanitaria, mentre 1,5 TWh sono dispersi nelle reti, che hanno un rendimento medio dell'84%.Da notare come, nelle zone in cui non è presente gas metano, il teleriscaldamento a biomasse porta una netta riduzione delle emissioni di particolato e di altri inquinanti.Quando si progetta un impianto di questo tipo, è fondamentale individuare l'area adatta in cui costruirlo, per evitare che ci siano perdite di calore lungo il tragitto dalla centrale alle singole abitazioni.
L'area da teleriscaldare non deve essere troppo lontana dalla centrale e deve avere edifici vicini l’uno all’altro, non isolati o sparsi sul territorio. Per questo motivo le zone ideali sono quelle di nuova edificazione, che non necessitano di ulteriori lavori di scavo e ripristino del manto stradale per posare le condutture sotterranee. A questa prima fase di studio segue l'analisi dell'utenza, ovvero si procede ad una stima della domanda di teleriscaldamento, in base alla quale sarà possibile preventivare la quantità di energia termica richiesta dall’area. In realzione ai dati ottenuti, vengono stabilite le dimensioni e la localizzazione della centrale. Da ultimo, viene progettato il tracciato della rete di condutture e il dimensionamento degli scambiatori di calore.
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