Le antiche lastre in cotto altro non erano che abbozzi delle tegole che via via iniziarono presto a differenziarsi. La tegola normale era quella più usata nei Paesi meridionali del Mediterraneo e si affermò oltre 4000 anni fa con l'avvento della civiltà ceramica. Gli antichi romani utilizzavano un tipo particolare di tegola piana, chiamata embricus, rastremata longitudinalmente per facilitare la sovrapposizione mentre un elemento a canale consentiva la tenuta tra tegole adiacenti secondo la cosiddetta disposizione "maritata". Questo elemento, aveva la concavità verso il basso e permetteva un tipo di posa in opera che facilitava il deflusso delle acque piovane. Da qui si arrivò allo sviluppo di quegli elementi a sezione curva tradizionalmente chiamati coppi che si diffusero soprattutto in Italia dall'Impero Romano in poi. Nell'Europa nord occidentale, invece si diffuse un tipo di tegola di piccole dimensioni che conservò la caratteristica delle tegola piatta fino ai nostri giorni, adattandosi e modificandosi per rispondere alle esigenze architettoniche, tecniche e climatiche più diverse ma conservando sempre il fascino del cotto naturale.
Le tegole vengono posizionate sulla copertura e agganciate a listelli inchiodati alla struttura e sovrapposti tra loro. La scelta del tipo di tegola dipende da vari fattori tra cui la zona geografica, ognuna caratterizzata da uno specifico clima che può avere prevalenza di neve o vento. Anche l'inclinazione della falda e il peso della struttura, correlati a volte essi stessi al clima, incidono sulla scelta del tipo di tegole e non ultimo, il fattore estetico. Nelle regioni del Nord Europa le falde vengono realizzate con la massima pendenza per impedire gli accumuli di neve e la formazione di ghiaccio, questo ha portato alla produzione di tegole dotate di un dentello di arresto. A partire dal XIII secolo si iniziò a produrre una tegola composta da una parte piana e una curva in un unico corpo e dotata di dentello di arresto. Questa tegola, originaria dei Paesi Bassi, è conosciuta come tegola Olandese.
La tegola olandese è molto simile a quella portoghese, differenziandosi soltanto dalla curva del coppo più pronunciato, che visivamente crea un effetto più ondulato. L'industrializzazione ha in seguito consentito la produzione di elementi di copertura con pressa a "revolver" e l'inversione della tegola stampata ad incastro, dando vita alle tegole marsigliesi. Questo tipo di tegola piana consente l'incastro reciproco da tutti i lati e garantisce una tenuta del manto anche sotto l'azione di forti venti. La posa di questa tegola è veloce, pratica e precisa, contrariamente alle altre tegole, la posa di questi laterizi può avvenire in senso orizzontale perchè i pezzi sono tutti indifferentemente compatibili, diversamente dalla portoghese o dall'olandese dove la presenza del lato piano accanto al lato curvo crea un verso obbligato. Intanto, le nuove tecniche di produzione hanno permesso il perfezionamento tecnico dei manti di copertura in laterizio, consentendo anche una grande diversificazione della tegola, ottenuta per pressatura in appositi stampi.
Le tegole classiche, ovvero quelle in laterizio, a prescindere dalla loro forma hanno in comune l'origine naturale delle materie con cui vengono prodotte, e l'argilla ne è la materia prima. L'argilla è costituita da sedimenti a grana finissima, cioè formata da granelli della superfice terrestre di diametro inferiore a 4 millesimi di millimetro. I componenti fondamentali sono il silice, l'allumina e l'acqua, ma sono presenti anche ferro, potassio, sodio, calcio, particelle di quarzo e opale, salgemma, calcite e pirite. Il parametro essenziale dell'argilla è la plasticità, ovvero la capacità di acquisire una lavorabilità tale da poter essere plagiata a piacimento una volta aggiunta acqua. La forma ottenuta deve rivelarsi stabile e duratura e, per favorire questo aspetto, il materiale viene cotto ad altissime temperature. Durante la cottura viene eliminata l'acqua, l'anidride carbonica ed altri eventuali gas, i minerali restanti ricristallizzano e subiscono significative modifiche che andranno a determinarne le caratteristiche: i componenti alluminosi daranno resistenza meccanica e compattezza alla tegola, la silice la porosità, i composti del ferro e gli altri minerali il colore.
Oltre che di laterizio, le tegole possono essere di pietra, metalliche, oppure le cosiddette canadesi bituminose, pezzi sagomati in forma geometrica e piuttosto sottili, oppure di cemento e anche in questo caso sono di dimensioni contenute come le vecchie scandole norvegesi di legno che non vengono più usate per ovvi motivi. Possono essere anche di vetroresina, in questo caso accorpate in grandi elementi facilmente installabili.
In tutti i casi l'installazione delle tegole va eseguita a regola d'arte avendo cura di attivare nel sottomanto la circolazione di una lama d'aria che ha la funzione di smaltire il vapore acqueo che sale dagli ambienti sottostanti e contribuisce in estate a mantenere il solaio ventilato. La posa delle tegole infine si esegue su file verticali allineate nel senso della pendenza, e dopo aver disposto una fila di tegole di riferimento lungo la linea di gronda. L'allineamento degli elementi va ricontrollato con una staggia. A seconda delle esigenze e del progetto del tetto, sono in commercio numerosissimi pezzi accessori e pezzi complementari per il completamento architettonico e funzionale della copertura.
COMMENTI SULL' ARTICOLO