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Le viti per legno una volta erano a sezione conica: di conseguenza, penetrando nel legno, creavano un cono filettato. Tuttavia ci si è resi conto che in una struttura del genere la sezione era più piccola proprio nel punto in cui la vite entrava in contatto con il legno: in questo modo non si aveva la massima resistenza all'estrazione. Invece con le viti per legno a sezione cilindrica, quelle usate al giorno d'oggi, la resistenza rimane alta anche quando si torna indietro a strappo. Anche se questa caratteristica è stata modificata, le viti odierne mantengono la lunghezza, il diametro e la forma della testa precedenti. In più il diametro della testa sarà sempre doppio rispetto a quello del filo. Al giorno d'oggi le ditte maggiormente presenti sul mercato sono la Torx e la Pozidriv: i modelli di entrambe le linee possono essere avvitate sia in maniera manuale che in automatico senza che si slabbri la testa.
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Per avvitare le viti per legno si deve rapportarne il diametro allo spessore del materiale: infatti i prodotti possono avere una lunghezza che va da uno fino a 20 centimetri. Ad esempio, una vite lunga 20 centimetri ha un diametro di 0,38 centimetri, mentre una lunga 1 centimetro ha un diametro di 0,06 centimetri. Per elementi di medio spessore vanno bene viti lunghe 4-6 centimetri. Lo strumento più adatto per avvitare la vite dipende dal tipo di testa: se vi è una scanalatura unica, si usa un cacciavite piatto, mentre se è presente una tacca a forma di croce è più adatto un trapano elettrico. Si consiglia di optare per viti per legno in acciaio molto duro colorate in maniera tale da abbinarsi al manufatto: sul mercato sono presenti i colori nero, bronzo, ottone e argento. Una versione più recente è in acciaio inox, che è meno resistente ma non si ossida.
Soprattutto per quanto riguarda le viti per legno lamellare è necessario valutare con molta attenzione il modello scelto. Infatti per materiali a bassa densità o con uno spessore minimo (ad esempio legni molto teneri, compensati, truciolare e appunto pannelli lamellari) è bene usare prodotti appositi: in questo modo si evita il rischio di spanare durante la fase di avvitamento, cioè la vite superi la sua tenuta massima e che il materiale ceda. Di conseguenza la tenuta della vite non è più accettabile. In più si deve fare attenzione a scegliere il tipo di testa in base alla finitura che si vuole ottenere. Le tipologie più diffuse sono quella ovale, quella rotonda e quella piatta: le prime due si rassomigliano, anche se quelle ovali non sporgono dalla superficie del legno. Invece le viti piatte hanno una testina liscia e sono usate soprattutto per i lavori di precisione e per quelli a filo. In ogni caso le viti per legno lamellare migliori sono in acciaio inox.
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