Se decidiamo di dedicarci alla difficile attività di coltivazione funghi porcini, la prima operazione da compiere dovrà essere la scelta del luogo in cui dare inizio a questa nuova esperienza. Scegliere un terreno che già in passato ha prodotto funghi potrebbe essere un'ottima partenza per questa attività difficile e dal risultato sempre incerto. Ovviamente il luogo prescelto dovrà presentare le stesse caratteristiche climatiche del sottobosco di montagna. Umidità, temperatura ed aerazione sono in grado di influenzare notevolmente il risultato finale. Una volta individuato il giusto tipo di terreno dovremmo procedere alla posa in opera di alcune piante verdi, che necessiteranno di un trattamento artificiale con spore di funghi porcini da fare effettuare a cura di ditte specializzate. Fatto questo dovremmo pazientare due/tre anni e sperare di poter assistere al frutto del nostro lavoro. I risultati sperati potrebbero anche arrivare dopo molti anni.
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Tra le numerose varietà di funghi che possiamo trovare, il porcini vengono classificati come varietà simbionti a causa dello stretto legame che instaurano con la pianta che li ospita. Questo legame avviene attraverso le micorrizie, ovvero quelle spore fungine che, trasformate in filamenti, aderiscono alle radici della pianta per poi espandersi nel sottosuolo alla ricerca di acqua e sali minerali. Questi preziosi elementi vengono successivamente ceduti attraverso le radici alla pianta che li elabora trasformandoli in elementi nutritivi grazie alla fotosintesi clorofilliana. Attraverso le radici dell'albero queste sostanze nutritive vengono di nuovo cedute ai funghi fornendo a questi ultimi le sostanze nutritive per crescere. Si tratta di un rapporto di simbiosi tanto perfetta quanto difficile da riprodurre artificialmente, da cui la varietà di funghi prende il nome simbionte.
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